apicoltori e poeti
vendita diretta dei prodotti dell’alveare: miele, polline, propoli, pappa reale
Sedi periferiche:
TREVISO: c/o Consorzio Agrario Interpr. – via Feltrina Km 5 – Castagnole (TV)
VENEZIA: c/o ex Scuola F.lli Grimm – via Veronese 54 – SPINEA (VE)
BELLUNO: via Arten – fraz Caupo – Seren del Grappa (BL)
Consistenza associativa: 800 Apicoltori
14.600 alveari
350 t. di ottimo miele di acacia, castagno, multiflora, melata, tiglio, barena, tarassaco, montagna, …oltre a polline, propoli, pappa reale.
Gruppi Locali
Apiari Scuola
Centro di Formazione Professionale – LANCENIGO (TV)
Ist. Professionale di Stato per l’Agricoltura – S. GAETANO DI MONTEBELLUNA (TV)
Cave di Gaggio – MARCON (VE)
Laboratorio Collettivo APAT di SS. Angeli – NERVESA (TV)
Introduzione sull’Apicoltura nella Marca Trevigiana e l’APAT
Agli inizi del ‘900 l’Apicoltura era molto diffusa, presente in tutte le ville venete e in molte famiglie di Agricoltori. Fino al 1926, anno della promulgazione della prima Legge sull’Apicoltura, gli sciami d’api erano posti in un semplice parallelepipedo; in autunno, alla fine delle fioriture, tutto il contenuto, api comprese, veniva pressato per ricavare il miele e la cera (e quindi distrutta l’intera famiglia e i favi).
Dopo il 1926 iniziò lentamente un’Apicoltura un po’ più razionale anche se fino agli anni ‘50 la maggior parte delle api veniva ancora allevata nei cosiddetti “bugni”, rustici ricoveri adattati ad arnia. Non esistevano Associazioni di Apicoltori: i riferimenti per chi voleva imparare a condurre le api erano alcuni Apicoltori locali che, per i tempi, potremmo definire semiprofessionisti. Per acquistare attrezzature del settore gli Apicoltori si recavano a Trento e a Milano (qui erano già attivi i Consorzi che svolgevano anche Corsi di Apicoltura).
Fino a quando, nel 1975, una ventina di Apicoltori si riunì presso l’Ispettorato Agrario di Treviso e fondò l’APAT, acronimo di “Associazione Provinciale Apicoltori Trevigiani”, ospitata come “Sezione Apicoltori” presso l’Associazione Provinciale Allevatori di Treviso. In quello stesso anno gli iscritti all’APAT furono 87; iniziarono i Corsi di Formazione e, piano piano, le prime Mostre di Apicoltura, i Convegni, i viaggi studio in altre Regioni d’Italia.
Negli anni ’80 arrivarono anche i primi contributi della Provincia di Treviso e della Camera di Commercio per aiutare gli Apicoltori che intendevano dotarsi di piccoli laboratori per la lavorazione del miele e per aiutare l’Associazione nel gestire i Corsi di Formazione e i Convegni.
Nel 1983 l’APAT trovò ospitalità presso l’Unione Provinciale Agricoltori e vi rimase fino al 1988; per qualche anno ebbe Sede presso il Consorzio Agrario. Nel 1994, grazie anche ad un contributo della Regione Veneto, l’APAT ristruttura un vecchio stabile di proprietà del “Consorzio per lo Sviluppo del Montello” a SS. Angeli (Nervesa).
Dal 1975 si sono succeduti diversi Presidenti: il cav. Antonio Chizzali (rieletto per due mandati), il maestro Nereo Marsi, il rag. Lino Zambon. Dal 1988 al ’93 (eletto per due mandati) Presidente è il dott. Antonio Pasqualetto cui và il merito di aver strasformato l’APAT in Associazione di Produttori ed aver quindi consentito agli Apicoltori l’accesso ad importanti contributi comunitari. Dal 1994 il Presidente APAT (rieletto per 6 mandati e attualmente in carica) è Stefano Dal Colle.
Negli anni ‘80 arriva a Treviso anche la famosa “varroa”, acaro allora sconosciuto alle nostre api e agli Apicoltori (proviene dai Paesi Asiatici ed è un parassita che convive con l’ape asiatica ormai adattata da migliaia di anni) che non ci abbandonerà più e sarà la causa di disastrose perdite di alveari in tutti i Paesi Europei.
Torniamo alla nuova Sede di SS. Angeli: siamo nel ’94. Si restaura il vecchio edificio e si realizzano due spaziosi Uffici, un magazzino, una Sala Riunioni, un Laboratorio collettivo ad uso dei Soci per la lavorazione dei prodotti dell’alveare.
Nel 98 si arriva all’incorporazione per fusione all’APAT delle due Associazioni operanti nelle province di Belluno e Venezia. L’APAT diventa quindi “Associazione degli Apicoltori di Belluno, Treviso e Venezia”. Attualmente gli Apicoltori associati sono circa 800, con 15.000 alveari e una produzione stimata in 350 t di miele di acacia, castagno, millefiori, tiglio, medica, tarassaco, barena, …
E, a proposito di produzioni, collegata all’APAT è sorta la Cooperativa Agricola “APAT Miele” che commercializza appunto i prodotti dell’alveare e produce Api regine e nuclei.
Organizzando ogni anno, mediamente, 180 occasioni d’incontro l’APAT assicura l’assistenza tecnica, la formazione e l’aggiornamento degli operatori del settore, attività di divulgazione del lavoro delle api e dell’Apicoltore. Con quattro Sedi Operative, 16 Gruppi Locali e 5 Apiari Scuola, c’è davvero una capillare presenza fra gli Apicoltori delle tre Province. Le quattro Sedi dell’Associazione sono a Nervesa (TV) dove c’è anche il Laboratorio Collettivo per la lavorazione e confezionamento dei prodotti dell’alveare, a Castagnole (TV), a Spinea (VE) e a Seren del Grappa (BL).
L’APAT ha un proprio Notiziario che, tramite l’Organizzazione Nazionale di riferimento – la FAI , Federazione Apicoltori Italiani, viene recapitato ad un migliaio di famiglie delle province di Treviso, Venezia, Belluno, ad un centinaio di Autorità ed Enti Locali, alle Associazioni aderenti alla FAI in tutte le Regioni d’Italia.
Alcuni tipi di miele del nostro territorio
Miele di acacia
Colore: paglierino chiaro sapore: dolce e delicato.
Non cristallizza e permane a lungo liquido.
Ricco di fruttosio è, per i diabetici leggeri, preferibile a qualsiasi altro miele.
Miele di tiglio
Colore: diverse gradazioni di giallo; profumo particolarmente marcato, dolce Cristallizzazione fine e consistente.
Ottimo l’abbinamento a tisane e infusi, cui conferisce il suo particolare profumo, agisce come calmante e contro l’insonnia.
Miele di castagno
Colore: scuro, marrone
sapore: da leggermente a marcatamente amarognolo.
Non cristallizza e permane a lungo liquido.
Indicato in casi di cattiva circolazione del sangue.
Miele di barena
Colore: scuro sapore: dolce, particolare. Prodotto nella laguna veneta
Come tutti i mieli scuri, è una miniera di sostanze minerali oltre che di altri principi attivi ed enzimi.
Melata delle alpi e prealpi Bellunesi
Colore: scuro, quasi nero sapore: dolce, forte, aromatico. Ricco di sali minerali.
Quando temperatura e umidità sono elevate, le api raccolgono la melata che insieme al nettare dei prati e dei pascoli conferisce a questo miele un gusto del tutto particolare.
Miele di melo
Colore: giallo paglierino Sapore e profumo marcati e particolari.
Prodotto in aprile in Alta Val di Non. Tende a cristallizzare molto finemente
Miele di Erba Medica
Cristallizza finemente, donando al palato la sua particolare,
intensa e tipica fragranza. Prodotto dagli alveari trasportati
sulle estese fioriture di erba medica nel Polesine.
Le informazioni contenute nel presente foglio non rappresentano modalità o consigli terapeutici.
Sede Legale e Laboratorio Collettivo
Via E. Porcù, 13 – 31040 NERVESA (TV)
tel 0422 771281 – fax 0422 771735
TREVISO
Castelfranco Ormelle
Lago di Revine
L. Silea
Lancenigo
Vazzola
Maserada
Pieve di Soligo
Montebelluna
BELLUNO
Feltre
Centro Cadore
VENEZIA
Scorzè
Favaro V.to
S. Donà di Piave
Spinea
aperta nei pomeriggi di giovedì e domenica
Associazione degli Apicoltori di Belluno Treviso e Venezia
Associata FAI